È morto il bimbo scosso dalla mamma che lo cullava

«Non dormiva, l'ho cullato troppo forte», aveva detto la madre che adesso deve rispondere dell'accusa di omicidio colposo del figlio di cinque mesi.

Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre è stata staccata la spina ai macchinari che tenevano in vita il bambino di cinque mesi finito in coma una settimana prima dopo essere stato scosso dalla madre, perché non si addormentava. La commissione medica dell’ospedale di Padova, composta da un medico legale, un neurologo e un anestesista, ha decretato la morte cerebrale in seguito a un secondo approfondito esame, ed è stato deciso lo stop all’accanimento terapeutico. Il decesso del piccolo cambia anche la posizione giudiziaria della mamma, una 29enne indagata inizialmente per lesioni gravissime, e per la quale sarà adesso formalizzata l’accusa di omicidio colposo. Un atto formale deciso definitivamente non prima di lunedì 30 dicembre dalla Procura di Padova. Che ha autorizzato l’espianto degli organi, una procedura che dovrebbe essere effettuata anche se sul corpo del piccolo è in programma, sempre per lunedì 30 dicembre, l’autopsia che dovrebbe interessare il solo cervello. Questo per confermare quanto già ampiamente diagnosticato in questi giorni, sia con esami effettuati nel tentativo di salvarlo, sia con i riscontri legati alla procedura di espianto.

LA MADRE HA SUBITO AMMESSO LE SUE RESPONSABILITÀ

Il bambino era giunto in ospedale sabato 21 dicembre, in stato di coma per le gravi lesioni cerebrali, dovute – è la prima ipotesi – allo scuotimento cui l’aveva sottoposto la mamma: «Non dormiva, l’ho cullato troppo forte», aveva confessato la donna agli investigatori. «La madre non ha mai lasciato il capezzale del piccolo», ha riferito Andrea Pettenazzo, direttore della terapia intensiva pediatrica di Padova . Era stata lei stessa il 21 dicembre, dopo aver visto che il figlio non reagiva, a chiamare i sanitari del Suem 118 e i carabinieri. Da subito aveva ammesso le proprie responsabilità, confermate poi al pm Roberto Piccione, raccontando dello scuotimento del piccolo, all’alba, dopo l’ennesima notte insonne. La 29enne, originaria di Vicenza, risiede con la famiglia a Mestrino (Padova). Secondo il suo avvocato difensore, Leonardo Massaro, non sarebbe stata in sé quando ha fatto del male al piccolo. Si sarebbe trattato, secondo il legale, di un black-out di pochi secondi, nel quale sarebbe stata completamente incosciente, salvo riprendersi subito dopo aver appoggiato il piccolo sul lettino. L’altra figlia della coppia, una bimba di un anno e mezzo, è stata affidata ai nonni. Il tribunale dei Minori di Venezia ha deciso così per tutelare la bambina che al momento non può contare su una stabile situazione familiare. Stando al dispositivo del Tribunale veneziano, la madre non sarebbe comunque pericolosa per la primogenita.

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