Il tribunale svizzero ha respinto il ricorso di Schwazer contro la squalifica

Secondo i giudici non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping. Ma il legale del marciatore altoatesino annuncia battaglia.

Il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer. Lo ha comunicato il legale dell’altoatesino, l’avvocato Gerhard Brandstaetter. Secondo i giudici, non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica, come ipotizzato da Schwazer. «Sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà aventi con massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», ha detto Brandstaetter.b «Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi», ha dichiarato invece il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Ho un ruolo istituzionale. È una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi».

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Secondo i giudici non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping. Ma il legale del marciatore altoatesino annuncia battaglia.

Il Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica del marciatore Alex Schwazer. Lo ha comunicato il legale dell’altoatesino, l’avvocato Gerhard Brandstaetter. Secondo i giudici, non è dimostrata la «massima probabilità» della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò alla squalifica, come ipotizzato da Schwazer. «Sulla base di questo verdetto Alex Schwazer porterà aventi con massima convinzione il procedimento davanti al Tribunale federale, con lo scopo di portare le prove necessarie per una sospensione della squalifica», ha detto Brandstaetter.b «Dal primo giorno ho sempre evitato di fare commenti su questa storia per ovvi motivi», ha dichiarato invece il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Ho un ruolo istituzionale. È una vicenda che deve far molto riflettere, in tutti i sensi».

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