Per Renzi la notizia dell’inchiesta sulla sua villa è un «avvertimento» della magistratura

Il leader di Italia viva contro i magistrati: «Li ho criticati su Open e la risposta è la diffusione di miei documenti personali. Brivido!».

Matteo Renzi non si ferma e continua ad attaccare la magistratura dopo le inchieste della procura di Firenze sulla fondazione Open e sulla villa comprata dall’ex premier a due passi da piazzale Michelangelo.

Il leader di Italia viva si è fatto intervistare da Radio Capital. E ai microfoni della trasmissione Circo Massimo ha dichiarato: «Io non credo al sabotaggio per bloccare Italia viva. Però… alle aziende dico di non finanziarci, se non volete passare guai. Chi finanzia Renzi è uno che rischia la perquisizione».

Il senatore ha proseguito così: «Guarda caso dopo che ho criticato la magistratura esce da qualche ufficio giudiziario una cosa di un anno e mezzo fa sulla mia casa. Non ho niente da nascondere e non ho mai parlato di complotto, ma di coincidenze questo sì. Ho criticato l’invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Brivido! Tuttavia non ho segreti. La mia casa, le mie auto, la mia Vespa: tutto è perfettamente regolare. Quando ho avuto un prestito, fatto con una scrittura privata, l’ho onorato restituendolo in cinque mesi. Guadagno molto bene, non ho niente da nascondere. Ma non vi sembra curioso che uno possa ricevere “avvertimenti” di questo genere?».

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

Non mi fido di Renzi ma neppure della magistratura

Un conto è la difesa del ruolo di giudici e pubblici ministeri, un altro è la fiducia cieca nel protagonismo mediatico di alcuni di loro. Ma il leader di Italia Viva faccia chiarezza sugli affari di Open e del Giglio magico.

Il Pd si astenga, come ha fatto finora, dal festeggiare per i guai giudiziari di Matteo Renzi. Eviti anche la frase retorica: «Abbiamo fiducia nella magistratura», perché ormai nessuno più crede alla sincerità e veridicità di questa affermazione.

Troppi errori giudiziari, troppe persone finite nel tritacarne che hanno persino pagato con la vita la malagiustizia, è il caso del caro Filippo Penati. E ancora, troppi scheletri sono emersi negli uffici di alcuni tribunali e procure per stare tranquilli.

Un conto è la difesa del ruolo della magistratura, un altro è la fiducia cieca nel protagonismo mediatico di molti, ripeto: molti, pubblici ministeri. Questo è un tema che va affrontato con serietà.

L’INSOSTENIBILE INVADENZA POLITICA DI CERTI MAGISTRATI

La democrazia italiana ha avuto molto da pochi magistrati, è il caso di Giovanni Falcone, ma ha anche subito l’invadenza e la voglia di potere di magistrati che hanno poi invaso la politica con ruoli apicali e con la stessa prosopopea di chi sa tutto e soprattutto è al di sopra di tutto. Abbiamo magistrati che fanno presidenti di Regioni, scrittori, che straparlano sull’universo mondo come se quella lontana laurea in Giurisprudenza li abbia resi specialisti di anatomia, di chimica, di scienze spaziali, di informatica.

Se fossi in Renzi, prima di lamentarmi del fatto che i pm che lo indagano hanno arrestato mamma e papà, mostrerei subito i conti

È l’unico gruppo corporativo che con una sola laurea pretende di sapere più chi ha studiato per una vita una materia. Se non fosse una cosa seria, si potrebbe dire che siamo di fronte a una straordinaria barzelletta italiana. Matteo Renzi, anche per questo, si trova in un bel guaio. Se fossi in lui, come non sono per fortuna, prima di lamentarmi del fatto che i pm che lo indagano hanno arrestato mamma e papà, mostrerei subito i conti. Deve essere una regola quella di rendere tracciabili tutti i finanziamenti e va affermato che tutti i finanziamenti, a meno che non nascano da uno scambio di favori, sono accettabili.

ZINGARETTI CONTRIBUISCA A FAR EMERGERE LA VERITÀ SU OPEN

L’inchiesta punta al sistema Open cogliendo il punto delicatissimo di una sorta di cassaforte che sarebbe servita al Giglio magico per ottenere e mantenere il potere attraverso dazioni di denaro e di altri benefit. È la singolare politica del consenso di questa stagione che, dal punto di vista morale, è peggiore di quella dei tempi della procura di Milano. Il Pd da parte sua ha avuto Renzi come segretario e leader indiscusso e può contribuire a rendere chiaro, per quel che risulta a Nicola Zingaretti e al suo amministratore, l’eventuale esistenza di magheggi finanziari. L’unica cosa da non fare è lasciare che i pm procedano con uno scoop al giorno rendendo irreversibile il giudizio popolare di colpevolezza senza dare all’accusato la possibilità di replica se non nel futuro processo, se mai ci sarà.

I PARTITI DI DESTRA E SINISTRA NON FESTEGGINO PER I GUAI DI RENZI

Renzi urla che siamo di fronte a un complotto per farlo fuori dalla politica. Non è escluso che sia vero. E se è vero, o semplicemente se c’è il sospetto che sia vero, la politica, di destra e di sinistra, deve far capire ai magistrati, nel rispetto dei ruoli, che non si sta qui a pettinare le bambole. Renzi però ha molto da dire sui suoi anni e su alcuni suoi amici per i quali stava costruendo carriere, per fortuna fallite sul nascere, uno è questo signor Marco Carrai che ritroviamo come un prezzemolino in tutte le inchieste in cui il renzismo è incappato.

Marco Carrai.

Non festeggi il Pd e la destra tenga tranquilli i suoi cani da guardia nelle redazioni dei quotidiani e dei talk show. Siamo appena all’inizio dello spettacolo e non sarà “l’ultimo spettacolo”. In fondo questi nuovi straordinari movimenti, le Sardine e le donne contro il femminicidio e la violenza dei maschi, dicono che la piazza sta per essere stabilmente occupata da gente perbene e che la fascisteria mandata in campo contro neri e immigrati non domina più l’immaginario collettivo.

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it